La leggenda dice che in 77 A.D. alcuni commercianti fenici, spiaggiati sul litorale mediterraneo, per accendere un fuoco hanno usato alcuni dei blocchi "di Natron" (soda) immagazzinati nella nave. Questi blocchi, a causa del calore, fusi insieme con la sabbia della spiaggia che si trasformano in flussi di un materiale trasparente, ma solido. La scoperta del vetro, infatti, risale ad un periodo ancora più remoto rispetto all'età dei Fenici: infatti, questo materiale era già utilizzato da Egiziani, Siriani, Romani, Bizantini e Veneziani.
Nel 1291, per evitare "pericoli di incendio", un'ordinanza della Serenissima decretò che ogni vetreria dovesse essere trasferita nella vicina isola di Murano. Qui, le antiche tecniche romane e bizantine e le innovazioni nelle forme e nei colori sono state mescolate per creare un effetto misterioso e affascinante.
La tradizione dei Maestri Vetrai è stata tramandata da padre in figlio fino ad oggi, ed è ancora gelosamente conservata dal Governo Veneziano, che l'ha sempre protetta. Tutto il vetro di Murano - dalle murrine alle filigrane, dai lampadari ai calici - è frutto di lavoro, immaginazione, scoperte e invenzioni legate insieme ad un filo continuo che va dal Medioevo al Rinascimento, fino a noi.